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Data inizio: luglio 2019 

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Impresa

Raccolta di oli esausti di cucina (UCO) presso la raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi

A metà luglio 2019 il progetto Oilà è approdato presso il sito Eni (raffineria) di Sannazzaro de’ Burgondi, per il recupero degli oli alimentari usati e di frittura (cosiddetti UCO, Used Cooking Oil) prodotti dai dipendenti nelle proprie abitazioni. All’interno della raffineria sono stati allocati contenitori gialli, in cui è posizionato un fusto a doppia camera a tenuta stagna nel quale i dipendenti Eni conferiranno le bottiglie di plastica contenenti esclusivamente oli alimentari esausti. Grazie alla convenzione sottoscritta da Eni con CLIR, società pubblica che svolge anche per il Comune di Sannazzaro le attività, tra le altre, relative alla gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani, quest’ultima si occuperà dello svuotamento periodico dei contenitori, tramite un operatore aderente al CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti) con cui Eni ha sottoscritto un accordo di collaborazione nel dicembre 2017. Dopo Porto Marghera, Roma e Taranto, il progetto è quindi proseguito in un quarto sito Eni: 1200 persone sono state coinvolte da luglio 2019 per una raccolta di circa 160 kg di olio esausto da avviare al recupero.

L’intento del progetto è quello di conferire valore a un rifiuto, trasformandolo da materiale potenzialmente dannoso per l’ambiente in nuova risorsa energetica, applicando i prinicipi dell’economia circolare. Gli oli alimentari di scarto rappresentano, infatti, una valida materia prima per il processo di lavorazione delle bioraffinerie Eni a Porto Marghera (come già avviene da quasi 2 anni) e a Gela, che utilizzano la tecnologia proprietaria Ecofining™ per produrre biocarburanti, con riduzione degli impatti ambientali legati sia al processo della bioraffineria che della materia prima. Si pensi che 1 litro di olio da cucina gettato negli scarichi di casa può rendere non potabile 1 milione di litri d’acqua, danneggiare l’ecosistema di laghi, fiumi e mari, oltre che deteriorare tubature e depuratori domestici.

Inoltre, il medesimo litro di olio genera fino a 4 kg di fanghi di depurazione che dovranno poi essere gestiti come rifiuto. Ad oggi gli oli esausti prodotti a livello domestico sono quasi interamente dispersi. Nel 2018 sono state raccolte circa 75.000 tonnellate di olio alimentare di scarto, quasi esclusivamente prodotte dal settore della ristorazione e dell’industria, che rappresentano solo il 25% dell’olio prodotto sul territorio nazionale: la maggior parte della produzione ha luogo nelle case, con metodi di smaltimento spesso scorretti. Proprio su questa parte di prodotto di scarto Eni vuole intervenire con iniziative che intende estendere oltre la rete dei siti aziendali; sono infatti in corso interlocuzioni con il comune di San Donato Milanese per la raccolta degli UCO.

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AGENDA 2030

12.4 Entro il 2020, ottenere la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e l'ambiente


14.1 Entro il 2025, prevenire e ridurre in modo significativo l'inquinamento marino di tutti i tipi, in particolare quello proveniente dalle attività terrestri, compresi i rifiuti marini e l'inquinamento delle acque da parte dei nutrienti


STRATEGIA NAZIONALE DI SVILUPPO SOSTENIBILE

PIANETA

I.1 Salvaguardare e migliorare lo stato di conservazione di specie e habitat per gli ecosistemi, terrestri e acquatici

TEAM DI PROGETTO E SVILUPPO

DESTINATARI

Dipendenti Eni e olio raccolto presso le loro famiglie.

Investimento
risorse interne

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Investimento
risorse esterne

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RISULTATI E MONITORAGGIO

Si veda la descrizione dettagliata.

COMUNICAZIONE

Campagne di comunicazioni on e off line per promuovere il servizio.